giovedì 22 ottobre 2015

Cosa possono fare i cittadini per lo stato?



Caro Presidente, era bella e suggestiva quella sua frase, citata da ogni generazione di politici e politicanti dagli anni 60 ad oggi, che recitava: "Non chiederti cosa l'America può fare per te, chiediti cosa tu puoi fare per l'America". Un aforisma che è stato adottato come simbolo per molte democrazie occidentali. Nulla da dire sul principio, che inneggia ancora oggi alla capacità del cittadino di rendersi protagonista di una vita più attiva e collaborativa senza pretendere l'assistenzialismo a cui specie in certe latitudini del mondo siamo tristemente abituati.
Bene Sig. Presidente, lei non lo sa, ma le vorrei dire che il mondo è cambiato. Quei paesi che avrebbero dovuto esportare la democrazia sono vittime di sistemi di governo capestro nei quali i cittadini sono stati infilati a testa in giù come bottiglie vuote per scolarne il sangue fino all'ultima goccia, costringendoli a dare molto di più di quello che viene loro restituito in termini di servizi e di assistenza che una democrazia normale dovrebbe garantire.
Poi c'è quel paese, l'Italia - se lo ricorda? - nel quale il suo aforisma continua ad essere sulla bocca di molti governanti, ma il punto è che loro, per primi, si considerano al di sopra di qualunque sforzo che quotidianamente chiedono ai loro cittadini, determinando una frattura sociale che oggi è diventata abissale. 

Caro Presidente, lei al mondo manca. Non solo per la sua dialettica o per le sue abilità diplomatiche, ma per il suo esempio. Lei che si è battuto per un benessere più largamente distribuito, lei che combattè la discriminazione razziale, lei che ispirò una istruzione allargata anche ai poveri, oggi sarebbe deluso da questo mondo.

lunedì 19 ottobre 2015

Un uomo chiamato Utopia




Quando vedi una foto del passato 
quel suolo da Mosè un tempo calpestato 
ribussa come un mantra nei tuoi pensieri 
la voglia di rimettere le lancette al tempo di ieri. 
Perchè in certe zone se qualcuno vuole ancora amarsi 
è talmente distrutto dal dolore
che le sue lacrime non bastano nemmeno a dissetarsi.
Sembra una guerra contro razze aliene: 
e invece sono uomini inferociti che somigliano alle iene 
e continuano ad uccidere finchè non gli conviene.
C'era un uomo con la pipa e la bandiera
che credeva che la pace non avesse frontiera, 
decise allora di vivere in quella maledetta striscia
che la puzza di cadaveri ormai non fa più notizia
Lì fu catturato da uomini di una milizia 
che invece di persone sembrano immondizia. 
L'uomo con la pipa, ancora prima di morire
sperava ancora che quella maledizione potesse finire
e anche quella volta, quando gli legarono le mani, 
disse sottovoce ai suoi giustizieri: Restiamo umani.
Questa è una storia che a raccontarla sembra fantasia
ma è solo la storia di un sogno, di un porto e di un marinaio
che da allora prese il nome di Utopia.