lunedì 10 ottobre 2011

U spazzin


Nu spazzin pulisc u marciapiede
quann u sol ancora nun è asciut
po’ avza l’uocchi pè verè che temp fa
pur stammattin a giurnata è nuvolosa
adda fa solo subbit a finì di faticà

Vuò vrè ca pur oggi è na giurnata malament
Amma piglià u mbrell n’ata vota
E amma camminà cu l’uocchj nterra
Senza nisciun ca si vota pè salutà

Ormai u mal tiemp nun ci cagna nemmeno l'umore
u ciel è u stess dall'inizio d'a settimana
giust ogni tant esce un po' di sole e qualche auciedd
allora ci incuntramm cu l'amici inda cuntana
a parlà di cose ca non ci fann né cavr e né fredd
tant u sapemm ca nun gnè mai niscun ca ci dà na mana

Vuò vrè ca pur oggi è na giurnata malament
Amma piglià u mbrell n’ata vota
E amma camminà cu l’uocchj nterra
chian chian sta città l'amma pul'zzà

 Amm voglia d parlà, tant sol quest sapemm fa
intant i signori ca stann inda la  piazza du comun
fann solo progett d' strade e cement in quantità
noi u sapemm ca tant nun pensan a nisciun
e allora guardamm u ciel ca mang oggi se vol arricurdà.

Vuò vrè ca pur ogg è na giurnata malament
amma piglià nu mbrell n'ata vota
E amma camm'nà cu l'uocchj nderra
c'è n'ata carta ca amma gì a devà

giovedì 22 settembre 2011

Turismo lucano


Ritengo che in Italia manchi un pensiero organico sul turismo, con le radici nello specifico della cultura ospitale del nostro paese.
Eppure l’industria dell’ospitalità è variegata e multisfaccettata, contempla soluzioni che vanno dalla ricettività tradizionale a quella specifica, di nicchia, per appassionati e cultori di differenti tipologie di offerta.
Per tutta risposta, le Università di turismo non se ne occupano, se non in minima parte e soprattutto facendo riferimento a vecchi e stantii modelli teorici, preferendo in gran parte di importare e divulgare pensieri e teorie nati altrove, di norma nei paesi anglosassoni.
Gli operatori economici, presi da urgenze e problemi quotidiani e concreti, faticano a elaborare visioni più complessive, e anche laddove fossero in grado di strutturare progettazioni strategiche, sarebbero comunque sconfitti dall’inevitabile logica “one-to-one”, che nel turismo equivale ad una partita persa in partenza.
Da qualche anno si sente parlare finalmente di reti, ma sono ancora pochissimi quelli che ci spiegano come realizzarle concretamente a quali obblighi ciascun attore deve sottostare per ricavarne quali tipi di vantaggi.
Per le governance locali vale grosso modo lo stesso approccio: assillati continuamente da problemi di bilancio, dovendo fronteggiare questioni immediate ed urgenti, perdono di vista visioni strategiche complesse e la parola programmazione non si riempie mai di contenuti concreti, limitandosi nella stragrande maggioranza dei casi, alle mere enunciazioni.
Gli stessi partiti politici tradizionalmente sottovalutano il turismo o lo affrontano a intermittenza, non essendo composti da tecnici specialisti, ma per lo più da arraffazzonati faccendieri che nulla hanno del manager o del problem solving, ma sono preoccupati per lo più di mantenere saldamente il posto conquistato, ripartendo oculatamente ruoli di potere a subalterni che ne possono garantire la permanenza personale, piuttosto che pensare a come migliorare le economie di scala attraverso un efficiente sistema di management turistico culturale.
Se si esclude il giudizio degli addetti ai lavori, il nostro settore è perlopiù considerato “marginale”, confinato dai media nelle pagine di cronaca estiva, e circondato da pregiudizi.

martedì 7 giugno 2011

I Blues Brothers e le occasioni di sviluppo perse in Basilicata

La mattina della domenica mi sveglio più tardi del solito, apro le persiane e guardo il tempo.
Una prassi consolidata negli anni mi porta ad interrogarmi su che tipo di giornata ci sarà, fuori dal guscio di casa.
Alzo le tapparelle e trovo, inaspettatamente, il sereno: una meravigliosa giornata di sole, una mattina splendida. Preso dall'entusiasmo faccio allora il giro della casa ad aprire le finestre e far entrare qualche minuto di sole ed aria tiepida in questo autunno freddo e umido che avvolge la città.
Mi viene in mente un parallelo con la maniera in cui è amministrato il territorio di Basilicata: quanto sarebbe bello se una mattina, nell'aprire i notiziari locali, venissi a scoprire che la governance ha seriamente rilanciato una politica, anzi no, basta con questo vocabolo ormai insignificante, un'AZIONE di sviluppo per la Basilicata.
La politica è ormai qualcosa che rimane dentro il dibattito d'aula, l'azione esce fuori e si scaglia sul territorio, per portare qualche benefico effetto.
Come se fosse scritto in qualche pagina di uno strano oroscopo, apro il pc e trovo la notizia più pazzesca e densa di infinite potenzialità che potrebbe finalmente costituire la vera occasione per far uscire la regione dal proprio endemico stato di agonia.
Da un sito di informazione regionale (Sarconiweb) apprendo che i rappresentanti del comitato “Passaggio in Lucania – Alto Jonio libero in Basilicata”, formato da cittadini calabresi dell’alto cosentino ionico, hanno incontrato il Presidente della Provincia di Matera, Franco Stella, e tutta la Giunta provinciale, per parlare di un possibile spostamento del confine calabro-lucano un po’ più a sud di dov’è ora. 
Il sole dell'opportunità incomincia a filtrare anche dalle pagine di un rotocalco web.

venerdì 13 maggio 2011

L'uomo con la ciocca bianca


I miei figli mi chiedono cos'è lo Stato
Gli rispondo che è il paese in cui sono nato 
non è un verbo coniugato al passato 
è tutto ciò che abbiamo amato 
è la bandiera che tanti ragazzi hanno onorato 
è quella pace che hanno invano cercato 
è la vita che tanti di loro hanno regalato.

Anche i bambini lo hanno poi imparato
di come a tutti i cittadini hanno rubato
il lavoro, l'orgoglio e tutto ciò in cui hanno creduto
generazioni di operai a cui hanno rotto i coglioni
rivoluzioni predicate sulla carta e mai diventate azioni
battaglie sindacali finite sui giornali
e poi svanite dentro una preghiera nelle cattedrali
lotte di sangue inutili e banali
ogni tanto si finiva dentro agli ospedali
qualcuno anche dentro a un fosso
come quell'uomo con la ciocca bianca nei capelli
fautore dello storico compromesso
trovato dentro una coperta di colore rosso
al tg non credevamo ai nostri piccoli occhi
la verità è che eravamo governati da sciocchi
così ci siamo tolti gli occhiali
per non vedere decisioni che nemmeno gli animali:
“Noi con i violenti compromessi non ne facciamo”
non era loro la vita che sfuggiva di mano.
Programmi che prospettavano cambiamenti
progetti disegnati con parole intelligenti
ma erano quattro lestofanti
intenzionati a fare dello stato un condominio
dove esercitare qualsiasi abominio
e così il nostro paese da quel momento
ha perso qualsiasi fondamento.

I miei figli mi chiedono cos'è lo Stato
Gli rispondo che è il paese in cui sono nato
non è un verbo coniugato al passato
è tutto ciò che abbiamo amato
è la bandiera che tanti ragazzi hanno onorato
è quella pace che hanno invano cercato
è la vita che tanti di loro hanno regalato.