venerdì 28 marzo 2014

Potenza e Matera come Giannini e la Melato


Se sono preoccupato per la nostra terra? Si, molto.
Partiamo dagli indicatori economici, tutti spietati nei confronti di una città che arretra paurosamente.
L'indice sulla qualità della vita emesso annualmente dal Sole 24 Ore retrocede la città di Potenza al
79° posto. A poche incollature più avanti, Matera, della quale forse sarebbe stato lecito attendersi qualche posizione più generosa. Ma anche uno stupido capirebbe che dopo tutto il rumore di
questi ultimi mesi attorno alla candidatura per "Capitale Europea della Cultura 2019" le posizioni della cugina materana sono destinate ad aumentare vorticosamente con le classifiche degli
anni a venire.
E intanto cosa succede a Potenza? Arretra in quasi tutte le statistiche.
Però la città ha, opportunamente, deciso di appoggiare questa candidatura.
Aveva scelta? Ovvero, sarebbe stato, ragionevolmente possibile decidere di non appoggiare la candidatura di Matera?
Dal 79 posto sarebbe scesa immediatamente al 200mo, ma non per qualità di vita, per stupidità.
E almeno questa se l'è risparmiata. E poi la cosa, obiettivamente, ha anche i suoi vantaggi.
Matera ha conquistato sul campo la leadership della cultura, del turismo, dell'ospitalità.
Potenza, che è sempre stata la città capoluogo, ha invece accentrato su di sè i servizi, le amministrazioni, il centro direzionale politico.
Quando penso a queste due città rivedo la locandina del film della Wertmuller: "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto". Dove c'è lei, la Melato, bella, di elevato rango sociale, sprezzante e altezzosa, che rappresenta la parte esteriormente "bella e impossibile" della nostra regione, cioè Matera. E poi c'è la parte un pò meno bella, rappresentata da Giancarlo Giannini nella parte di un marinaio, rude e un pò cialtrone, animato continuamente da una insopprimibile desiderio di rivalsa nei confronti della aristocratica contessa, che - per quanto riguarda la parte meramente rappresentativa - simboleggia Potenza.