mercoledì 18 maggio 2016

Non tutti i nodi si sciolgono


Considero valore che degli amici sentano il bisogno di non discutere soltanto del tempo, delle donne e del calcio, ma decidano di sottrarre alle loro famiglie e qualche volta al loro lavoro delle risorse per dedicarsi allo studio delle questioni delle quali potrebbero anche disinteressarsene, se non fosse che, a un certo punto, nella vita, per alcuni scatta questa fase dell’impegno personale, ed è un impegno senza alcun tornaconto, soltanto si risponde all’appello della propria coscienza che ti dice: “e tu che sei nato qui, vivi qui (oppure sei andato via, ma questa è e rimarrà per sempre la tua città), cosa hai fatto per questa terra?”.
Considero valore entrare nelle pieghe dei problemi che attanagliano la città e consultare amici, tecnici e cittadini per individuare cause e rimedi di una situazione che non sembra avere soluzioni.
Considero valore il tempo che impieghiamo a girare quel foglio sulla scrivania fino ad immaginare come si possa attuare anche soltanto una piccola alternativa che però possa smuovere una questione paralizzata.
E allora ecco che degli amici, ciascuno con il proprio vissuto, con la propria esperienza e la propria formazione, si appassionano a un tema, lo approfondiscono, lo studiano a fondo, e iniziano a raccogliere e confrontare dati e immaginare soluzioni, alternative, miglioramenti, proposte.
Certo, sono solo ipotesi. Ma sono ipotesi supportate da lunga esperienza nel settore, da chi quel pullman lo conduce da oltre trent’anni, e stando seduto su quella sedia, di discussioni alle sue spalle ne ha sentite migliaia e nel registro della sua testa si è immagazzinato ogni mugugno, ogni protesta, ogni maledizione. Sono ipotesi supportate da chi ha maturato una certa conoscenza delle abitudini dei cittadini di questa città, da chi ha osservato la città dal di dentro e non l’ha soltanto usata e basta. Sono ipotesi supportate da chi per mestiere analizza e compone dati e analisi di progetto elaborate attraverso lunghi ed affermati percorsi professionali.
Così è nato il progetto alternativo sulla mobilità cittadina. Così sono nate una serie di strategie per mettere in campo risoluzioni possibili, nuove linee urbane, una impostazione diversa di servizio di trasporto pubblico che tiene conto della conformazione della città, delle sue imponenti infrastrutture, della sua immensa area urbana, delle abitudini difficili e radicate della sue gente che utilizza in maniera spasmodica il mezzo di trasporto personale. E una domanda, una sola, ci siamo fatti, tanto per confutare un luogo comune che dice che è una “questione culturale”: ma in questa città da quanto tempo manca un servizio di trasporto che sia veramente efficiente da sconsigliare l’uso della automobile? Siamo veramente sicuri che il potentino non ama più il mezzo pubblico? E da quando non lo ama, se quindici o venti anni fa l’autobus lo prendevano tutti, dagli impiegati agli studenti alle massaie ai cittadini comuni, e non c’erano tante famiglie che accompagnavano i propri figli fin dentro la scuola?
Considero valore discutere serenamente di una serie di proposte che vogliono solamente provare a portare un valore aggiunto in una città pericolosamente allo sbando.
Considero necessaria un’apertura dei decisori pubblici nei confronti di quelle tantissime energie latenti di questa società, energie silenziose ma fattive, gente semplice che ama la propria città e la vorrebbe vedere diversa dalla città impersonale, farraginosa e senz’anima che è diventata. Ascoltateli. Possono dare una svolta di identità, di progettualità e di entusiasmo che sembra avere irrimediabilmente perso nelle curve di un nodo aperto ma che resta ancora, per molti versi, inestricabile.
Dino De Angelis - Enzo Marchisiello - Giuseppe Angiulli
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