lunedì 1 giugno 2015

Qualcuno dice del libro

E' sempre gradito leggere i pensieri di chi ha avuto il piacere di leggere. Grazie



Maria Teresa D'Aiuto : "La fervida immaginazione dell'autore non impedisce la concretezza del discorso portato avanti con tenacia. Solo apparentemente interrotto dalla suddivisione in racconti,malgrado il gioco stilistico dei colpi di scena,il testo lascia sempre affiorare il filo conduttore,che è la sfida alla prosaicità del mondo ;il sogno di un rinnovato rispetto per la terra,per la vita,per gli uomini,in un clima di semplicità ed onestà. La narrazione è volutamente lenta "come lento è chi si piega per accarezzare una margherita"(T.Guerra). Come chi scruta con attenzione ogni angolo ed ascolta ogni fruscio della natura per impadronirsene. Non stanca questa tecnica, anzi prende per mano il lettore per ritrovare assieme all'autore quel qualcosa di poetico, di musicale, nell'emozione di un ricordo di voci di amici e di profumi di terra, di salsedine, di vino. De Angelis è molto abile nel ricreare ambienti ed odori: colpisce l'atmosfera impregnata di legno vecchio dei banchi di scuola, intrisi di inchiostro e di grafite delle matite. In questi ambienti abilmente creati si muove un'umanità sofferente che pian piano sa riprendere a vivere con uno scatto di amor proprio. Qui è la fiducia che sottende tutto il volume. L'Autore sfida il dolore e crede nella capacità dell'umanità che anima il suo romanzo, tutta di notevole spessore psicologico. Uomini ed in particolare Donne, che hanno suggerito l'originale titolo: "quelle che vedono tanto più avanti", risolutrici di situazioni complesse ed anche drammatiche. Può venir voglia di rileggere il libro di De Angelis perché è scritto in modo agevole, piano, senza concessioni a civetterie culturali e perché è un guscio di emozioni. Qui, e non è poco, le donne sono trattate con stima e rispetto".

Angela Carissimi: Te l’ho mai detto che il tuo libro l’ho letto con molto, ma molto piacere? Mi è piaciuto. La tua scrittura l’ho trovata incantevole, semplice, fluida e coinvolgente… con una particolare capacità di narrare i fatti o descrivere luoghi associandoli ad altre situazioni che suscita interesse e induce a meditare. Altrettanto ho apprezzato la particolare abilità di inserire nella narrazione al posto giusto il pezzo musicale e il modo in cui riesci a trasmettere i tuoi desideri, i tuoi vissuti, i tuoi pensieri molto, ma molto profondi sui particolari valori... attraverso la descrizione dei personaggi che filtrano la scrittura ed emergono trasparenti. Le parole aleggiano e volteggiano nella mente del lettore. 

Chiara Lippolis: "Donne che spostano il traguardo" è per me un libro emozionante, autentico, intenso, scritto con il cuore, che tocca le corde più profonde dell'anima. Un libro che ha il dono di far riaffiorare, in chi lo legge, ricordi custoditi chissà dove, attraverso una danza leggiadra di immagini-fotografie, descrizioni di una natura selvaggia e incontaminata, o violentata dalla furia e follia dell'uomo, e di tanta buonissima musica. Un'antologia del complicato e talvolta inaccessibile universo femminile, delle difficoltà delle relazioni di qualunque tipo, ricca di umanità, tatto, delicatezza, sensibilità, pathos e di quei valori essenziali e primitivi, figli di ancestrali codici di comportamento di etica e di rispetto, oggi purtroppo sommersi dalla imperante volgarità dell'era della tecnologia e del silicone. Storie, che, sembra difficile a credersi, sono state partorite dalla mente dalla fantasia e dalla sensibilità di un uomo.Un libro scritto con apparente semplicità linguistica, ricercato ma senza inutili fronzoli di maniera, il cui stile piacevole e scorrevole crea un immediato feeling emotivo con il lettore, e che lo proietta con incredibile e ammirevole empatia, dentro ogni racconto. Insomma un libro che ha la capacità di farti sentire protagonista di almeno uno dei racconti narrati. Un libro scritto forse più per gli uomini, che insegna loro a non temere le donne, ma ad averne cura e rispetto, proprio come fa il suo autore.
Perchè le donne di questa meravigliosa raccolta non sono delle moderne wonderwoman, delle virago, delle mangiatrici di uomini, o delle carrieriste incallite. Sono donne che puoi incontrare sempre per strada, al supermercato, in coda in posta. Sono le donne che lottano con i problemi della quotidianità, comuni a noi gente comune. Alfonsina, Flaminia, Mistral, Mary Louise, la Magnani, sono donne ferite dalla vita, toste, ma tremendamente umane, segnate, orgogliose, testarde, appassionate, in cui ogni lettrice può riconoscersi, e in cui ogni lettore può riconoscere sua madre, sua sorella, un'amica, la propria compagna. Tutte unite da un comune denominatore: la straordinaria attitudine femminile di espiare le colpe proprie ed altrui e di risorgere dalle proprie ceneri. Questo è il messaggio che ho colto nel libro: le vere donne che lottano, cadono e si rialzano, sono qui accanto a noi, sono alla portata di chiunque sappia e voglia scoprirle. Non hanno bisogno di urlare o sbraitare il loro posto nel mondo, sanno piangere da sole, sanno stare in silenzio, sanno agire senza clamore, possono stare anche in un angolo, apparentemente attrici non protagoniste. Invece le troverai inevitabilmente sempre un passo avanti a te, con la mano tesa ad aspettarti e ad accompagnarti lungo una strada che senza rumore ti avranno già spianato e illuminato. Queste per me sono le donne che spostano il traguardo, e questo libro ha davvero spostato il traguardo, restituendo al pubblico finalmente l'immagine di Donne vere ed autentiche. Un libro che si ama dalla prima riga e che ti manca già appena arrivi al capolinea. Un libro che smuove riflessioni e che commuove. Libro superconsigliato. Voto 5/5. Per me 100/5. Grazie Dino, mi hai toccato davvero il cuore! E soprattutto, personalmente, grazie per Vigna di Mare... Il professore mi ha ricordato il mio amato Nonno.           

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