domenica 27 dicembre 2015

L' inderogabile importanza dell'uso della parola


Sono un appassionato di parole. Ne costruisco frasi, pensieri, a volte - se proprio mi riesce - ne faccio racconti.
Come molti, osservo il viaggio delle parole nel tempo e devo dire che non sono entusiasta di dove stanno andando, tutte così di corsa, quasi che non abbiamo più il tempo per soffermarci su ciascuna di esse, per conoscerle meglio.
La parola è il mezzo che usiamo per fare in modo che le immagini che abbiamo nella testa si possano trasformare in immagini nella testa di chi ci ascolta. Quell'immagine è esattamente quella che cambierà il nostro mondo, che ci arricchirà oppure ci impoverirà, a seconda dell'effetto manipolatore di chi ha pronunciato ha pronunciato quella parola per raggiungere l'effetto desiderato.
Ma l'operazione di capirsi esattamente per quello che si vuol dire è tutt'altro che semplice, perchè molte parole, durante il loro viaggio nel tempo, hanno perso il loro significato originario e alcune lo hanno modificato profondamente, fino a smarrirne i contorni, e tutto questo rende sempre più complicato comprendersi.
Forse per questo, quando abbiamo un lapis a nostra disposizione, alla parola detta preferiamo fare un disegno dell'immagine che abbiamo nella testa: così è più facile capirsi.
Prendiamo per esempio la parola "rottamazione": fino a qualche anno fa si faceva largo nella nostra testa l'immagine di una macchina vecchia e arrugginita, oggi ci viene in mente D'Alema.
Oppure l'espressione "missioni di pace". Qual è l'immagine che scatta quando sentiamo la parola: missioni? Una spedizione in Africa (sì, ci sono anche altri continenti, ma il missionario che ci viene in mente va sempre a prestare la propria opera in Africa). Ben difficilmente all'espressione suddetta ci vengono in mente aerei che lanciano bombe o innocenti che vengono uccisi, e questo produce nel nostro cervello dei veri e propri cortocircuiti.
Che sta succedendo?
Ci stanno cambiando le carte in tavola, e questi piccoli cambiamenti partono proprio dal sovvertire l'uso delle parole, ovvero il  mezzo più comune che abbiamo per comunicare efficacemente.
Partendo dalla scuola, dovremmo forse tornare a manipolare le parole, a fare esercizi di destrezza per poterle usare meglio, un pò come fanno i giocatori di calcio quando fanno gli esercizi al muro con la palla, colpendola in vari modi per acquisire maggiore capacità nel trattamento.
In fondo la palla per i giocatori ha la stessa funzione che ha la parola per comunicare: non a caso quando i giocatori eseguono una fitta rete di passaggi, i cronisti hanno inventato il termine: "fraseggio".
Ridare alle parole il significato esatto è una sfida da iniziare subito, se non vogliamo perdere completamente il controllo di ciò che succede intorno e restare vittime dei manipolatori delle parole (e delle immagini che si producono nel nostro cervello) capendo sempre di meno del mondo che ci circonda e che si allontana sempre di più dalla nostra esatta comprensione.
Termino con un VIDEO  che reputo incredibile e straordinariamente sintetico rispetto all'uso corretto delle parole. Dura appena 1'47" ma rende meglio di qualsiasi "parola" quanto sia importante (decisivo) saper usare la frase esatta nelle varie circostanze che la vita ci pone davanti.
Don Milani, uno che se ne intendeva, diceva che "ogni nuova parola che impariamo è un calcio in culo in meno da parte dei borghesi".
Hasta la revolucion de las palabras!

Potenza, #festadellaparola 27 e 28 dicembre 2015