giovedì 3 gennaio 2008

Lucania, terra di lentezza e vita

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un contributo intelligente e sensibile del nostro amico campano, Enzo Cassano. Grazie Enzo

Il timore che la globalizzazione annullasse le identità di realtà dette, impropriamente, periferiche si sta rivelando infondato. L’etere ci consente, invece, di percepire le peculiarità di terre lontane attraverso la passione dei propri figli che, finanche con enfasi, non riescono a contenere l’entusiasmo nel raccontare di esse.
La Lucania è una terra di fascino perché ha storia, cultura, tradizioni che ne delineano una identità forse unica. E in un mondo sempre più “contaminato” dalla omologazione, dove “l’uno vale l’altro”, fatto spesso di luoghi anonimi e senza anima, perfino asettici, la ricerca di realtà dove la vita si manifesti ancora nella sua genuinità, nella sua veracità, nella sua vitalità (proprio perché piena di vita) diventa quasi un bisogno esistenziale. La ricerca spasmodica verso modelli astratti come la ‘modernità’, da perseguire a tutti i costi, talvolta ha indotto noi uomini a cancellare in fretta la nostra storia, il nostro passato inteso come vissuto. Innovare è un obiettivo, ma che va perseguito solo sapendo preservare la nostra identità, senza buttare via quello che di vero abbiamo e, soprattutto, senza dimenticare da dove veniamo.
La Lucania è tante cose. Le mie origini non vengono da questa terra ma da una molto vicina e tanto simile. Ma se dovessi descrivere con poche parole cos’é la Lucania, per come io la conosco, direi sinteticamente che è passione e vita. E’ una di quelle terre che hanno conosciuto la sofferenza, quella silenziosa di uomini che l’hanno costruita nel tempo, e che sono stati capaci, con la loro semplicità, di preservarne lo spirito. Ma oggi, in un periodo di decadimento spirituale degli individui, ci siamo accorti del vero valore di realtà come queste. E, finalmente, abbiamo invertito la rotta, conducendo le nostre attenzioni dove la vita è vera vita.
Intorno a noi c’è un mondo che forse ha corso troppo e per questo, in tanti luoghi, si è anche smarrito. La Lucania, invece, ha avuto un passo diverso, lento, che ne ha garantito un naturale e stabile equilibrio. E sul concetto di “lentezza”, da percepire come un chiaro valore, concludo riportando un brano del noto sociologo Franco Cassano, mio omonimo, anch’egli figlio del sud, che di essa tesse costantemente l’elogio:
Bisogna essere lenti come un vecchio treno di campagna e di contadine vestite di nero, come chi va a piedi e vede aprirsi magicamente il mondo, perché andare a piedi è sfogliare il libro e invece correre è guardarne soltanto la copertina. Bisogna essere lenti, amare le soste per guardare il cammino fatto, sentire la stanchezza conquistare come una malinconia le membra, invidiare l’anarchia dolce di chi inventa di momento in momento la strada.”
Il mio augurio sincero a questa amata terra ed ai suoi figli.
Enzo Cassano - architetto